Concimare è importantissimo perché restituisce al suolo gli elementi nutritivi di cui necessita e ne migliora quindi la fertilità

Per vivere e produrre foglie, fiori e frutti, le piante devono possedere tutte le sostanze nutritive di cui necessitano e che assorbono dal suolo. Quando questo si impoverisce, è necessario intervenire per porre rimedio allo squilibrio che si è creato. In che modo? Attraverso la concimazione.
Cos’è la concimazione?
La concimazione è una tecnica agricola che consente di migliorare la fertilità chimica del suolo, aumentandone quindi la dotazione di elementi nutritivi che ha perso nel tempo per via della coltivazione o di fenomeni naturali.
Un suolo più fertile consentirà alle piante di crescere più forti, perché avranno tutte le “armi” necessarie per difendersi contro i parassiti e per resistere a condizioni climatiche avverse. Potranno superare al meglio la stagione invernale e avere le giuste energie per un vigoroso risveglio in primavera.
Fino alla metà del diciannovesimo secolo, la concimazione era quasi esclusivamente organica e basata sull’interramento di residui vegetali e animali. In questo modo, però, era possibile restituire al terreno solo una parte delle sostanze nutritive assorbite dalle piante e vi era il pericolo di una progressiva perdita di fertilità. Gli studi compiuti da chimici, biologi e agronomi hanno introdotto l’impiego di concimi minerali (➔ fertilizzanti), che sono in grado di restituire ai terreni gli elementi nutritivi asportati dalle colture e quindi carenti nel terreno. fonte: Treccani
Quando concimare?
Il periodo migliore per effettuare la concimazione del suolo è la primavera, ma anche l’autunno è un buon momento
Concimare nel modo giusto: ecco cosa tenere a mente
Prima di tutto è importante conoscere bene il proprio suolo.
- È argilloso?
- È sabbioso?
- È limoso oppure calcareo?
Solo conoscendone le caratteristiche saremo in grado di fornirgli gli elementi organici e minerali di cui necessita, aiutandolo a ricostituire il suo livello di sostanza organica e di humus. L’humus è la materia organica che fornisce i principali nutrienti e consente lo sviluppo di microbi essenziali per la crescita delle piante.
Quali sono gli elementi nutritivi di cui necessita il suolo?
Azoto, fosforo e potassio sono i microelementi generalmente utilizzati per sopperire alla carenza di sostanze nutritive, che il suolo perde a causa della coltivazione o di fattori naturali d’impoverimento.
- azoto (N): è uno dei maggiori componenti di esseri viventi e piante, rientra nel loro ciclo biologico.
La concimazione a base di azoto è molto importante nella fase di accrescimento delle piante, perché stimola la formazione della clorofilla, delle proteine, degli acidi nucleici e degli aminoacidi. Stimola inoltre sviluppo vegetale e colorazione fogliare.
Come ci si accorge di una carenza di azoto? Dal colore pallido del fogliame ed una crescita rallentata. - fosforo (P): è un macronutriente molto importante per le piante e le per loro energia, perché aiuta a trasferire energia nelle cellule e stimola la crescita di radici e fioriture. E’ fondamentale per la fotosintesi della pianta e la aiuta nelle sue fasi di sviluppo più attive: il germogliamento dei semi, l’emissione di foglie, lo sviluppo dei frutti.
Come si riconosce la carenza di fosforo? La pianta smette improvvisamente di crescere e le foglie più vecchie, che si trovano nella parte inferiore, assumono una colorazione scura. - potassio (K): migliora la resistenza della pianta al freddo, alle malattie e agli attacchi dei parassiti. Gioca un ruolo importante nel regolare l’apertura e la chiusura degli stomi, il cui funzionamento è fondamentale per la fotosintesi della pianta, il trasporto di nutrienti.
A seconda di come questi macroelementi nutritivi sono combinati tra di loro, cambiano i benefici apportati durante l’intero ciclo vegetativo.
Per trovare la giusta strategia di concimazione e ottenere i migliori risultati, per una crescita equilibrata delle piante, è consigliabile rivolgersi a un esperto.
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